Palazzo di via Pagano, 45 Milano
Restauro architettonico – lapidei
Proprietà: Condominio
Direzione Lavori: ing. G. Gatti
Direzione cantiere: Adriano Traversa
Anno di realizzazione: 1990
Caratteristiche dell’edificio
Edificio residenziale moderno con la facciata principale finita in lastre di Rosso di Verona e porzioni intonacate localizzate nei sottobalconi, sottogronde e sfondati. Inferriate, finestrini al piano terra e portoni in ferro.
Stato di conservazione
Il materiale lapideo, alterato dal deposito di inquinante e con piccole perdite, soprattutto in prossimità dei giunti di accosto, presentava un livello di ancoraggio al supporto insufficiente. Le porzioni intonacate erano, in alcune parti, gravemente deteriorate e in fase di distacco a causa dell’infiltrazione capillare dell’umidità. Il tetto a terrazzo presentava macchie ed efflorescenze dovute alla penetrazione di acqua a causa di un’impermeabilizzazione inefficace.
Intervento
Le superfici in pietra naturale sono state lavate con acqua nebulizzata coadiuvata da abrasivi morbidi (dolomia); le parti ammalorate e perdute sono state reintegrate con idonei composti a base di resine e pietra macinata, applicati in più strati sovrapposti per assicurare la massima coesione e durabilità. Le lastre sono state assicurate al supporto con tasselli chimici a espansione e di è provveduto alla ricostruzione o integrazione delle sigillature. La protezione è stata realizzata con prodotto a base di silani e silossani in solvente, applicato in due mani e altamente resistente agli alcali. Dopo bonifica e ricostruzione, totale o parziale a seconda delle condizioni, gli intonaci sono stati finiti con pittura osmotica. Le opere in ferro sono state bonificate, protetti e finite a smalto. La pavimentazione del terrazzo è stata risanata.
L’impermeabilizzazione delle superfici orizzontali La difettosa o inesistente impermeabilizzazione delle superfici orizzontali esposte, siano esse terrazzi, tetti piani o balconi, può dare luogo a notevoli danni, sia estetici che strutturali, a causa dell’infiltrazione dell’acqua. La soluzione migliore è sempre la ricostruzione integrale dello strato di impermeabilizzazione. Nel caso in esame le pavimentazioni esistenti e il sottostante strato impermeabilizzante sono stati demoliti completamente e, dopo formazione delle necessarie pendenze, ricostruite con formazione di piano di posa a base di primer bituminoso, colata di bitume a caldo in ragione di 2 kg/m2, stesura a fiamma di due strati ortogonali di membrana prefabbricata a base bituminosa e armata in poliestere a filo continuo, ciascuno di 4 mm di spessore, stesura di letto di malta e posa di pavimento in piastrelle maiolicate klinkerizzate e antigelive. La formazione dei colli comporta sempre la demolizione parziale degli intonaci retrostanti, è quindi opportuno fare precedere queste operazioni a quelle di ripristino dei prospetti. Nel caso di soglie di finestre o portefinestre con spessori minimi si ricorre a un’impermeabilizzazione di basso spessore, a base di resine epossi-poliuretaniche, seguita dalla posa di un pavimento privo di massetto in cemento. Una soluzione dai costi di applicazione molto bassi, in quanto non richiede né l’installazione dei ponteggi né la demolizione delle pavimentazioni in opera, consiste nella posa di membrane speciali, dette “latenti”, dall’effetto impermeabilizzante limitato nel tempo. Questa soluzione è legittimata solo se inserita in un piano di manutenzione programmata che preveda una riapplicazione ogni 7-10 anni.