Casa Lentati Milano
Restauro conservativo – lapidei e intonaci
Proprietà: Condominio
Direzione Lavori: arch. Marco Ermentini
Direzione cantiere: geom. Paolo Maggi
Anno di realizzazione: 2002
Caratteristiche dell’edificio
Edificio di architettura razionalista, ubicato in via Telesio al civico 2, con destinazione residenziale, firmato da Piero Portaluppi nel 1935. La facciata è caratterizzata da un rivestimento ad intonaco Terranova di colore verde salvia, intervallato da lastre di Travertino, con portoni e balconi impreziositi da decorazioni marmoree e da una zoccolatura in Ceppo. Particolarmente interessanti, l’atrio e lo scalone nobile di ingresso.
Stato di conservazione
Le superfici del rivestimento, intonaci e materiali lapidei naturali, apparivano ricoperti da depositi incoerenti, con porzioni ammalorate in differenti condizioni di distacco. La zoccolatura sulla strada presentava invasioni di umidità di risalita.
Intervento
Lo stato di adesione degli intonaci è stato verificato puntualmente tramite picchettature e ispezioni, eliminando le parti ammalorate e spazzolando le superfici superstiti. I relativi ripristini sono stati realizzati con intonaco completo al civile, tirato in piano con frattazzo, a malta di calce forte. La tinteggiatura superficiale è stata eseguita con prodotti a base di silicati. Le zone umide sono state bonificate asportando completamente l’intonaco esistente fino a un’altezza di 2 m dal suolo. Le superfici in pietra, le zoccolature in Serizzo, le lastre di rivestimento in Ceppo Gentile e Travertino, le cornici in Marmo Rosso e grigio di portefinestre, finestre, balconi, davanzali, fasce marcapiano, pilastrini e gronde sono state pulite con acqua nebulizzata seguita da spazzolatura. Le vecchie sigillature e integrazioni in cemento sono state eliminate e ricostruite, leggermente sottolivello, con impasti a base di grassello di calce e polveri di marmo, protette con idrorepellente a base di silani in solvente. Le porzioni perdute o in fase di avanzato degrado, in particolare delle fasce marcapiano, dei cornicioni e dei davanzali sono state ricostruite adottando perni di acciaio inox AISI 316, affogati in resina epossidica di opportune caratteristiche meccaniche e malte speciali a ritiro compensato, che sono state utilizzate anche la ricostruzione di stuccature e giunti. Gli elementi in pietra dei balconi della facciata sono stati ripuliti e disinfestati con trattamenti chimici antivegetativi; l’impermeabilizzazione dei giunti è stata reintegrata con stuccature saltuarie. I rivestimenti interni dell’androne e del vano scala sono stati sottoposti a pulitura al vapore. Le superfici esterne del piano terra sono state protette con trattamento antigraffiti.
Protezione antigraffiti
Le superfici lapidee esterne del palazzo sono state sottoposte a un trattamento di protezione antigraffiti. La protezione dai graffiti vandalici va eseguita sulle superfici sane, prive di parti in fase di distacco o decoese, pulite, esenti da polveri o strati oleosi. Generalmente il trattamento è limitato alle zone di pianoterra o accessibili dal livello stradale. Nel caso di superfici nuove o sufficientemente pulite, la pulitura preliminare può non essere necessaria o comportare solo interventi puntuali. Nel caso di superfici di valore storico-monumentale si adottano i sistemi di pulitura ammessi dalla NorMaL UNI BC 20/85, realizzando delle indagini di controllo prima e dopo l’intervento. La pulitura deve asportare solo quanto risulti dannoso alla superficie o al suo substrato (Sali solubili, incrostazioni, vegetazione infestante, deiezioni animali, graffiti, croste nere) rispettandone la morfologia, le policromie e le patine nobili, senza provocare abrasioni, corrosioni o microfratture. La scelta del metodo (o dei metodi integrati) deve tenere conto della natura delle sostanze da asportare, della lavorazione della superficie (scolpita, a spacco, piana) e della sua estensione. Sulle superfici deteriorate o decoese può essere necessario procedere a interventi di preconsolidamento. I metodi di pulitura ammessi per le superfici non scolpite, prive di particolare valore storico-artistico e in buone condizioni di conservazione sono: i lavaggi con acqua a media e bassa pressione (3-5 atm), i lavaggi con acqua a bassa pressione seguiti da getti di vapore saturo, le idrosabbiature e le sabbiature a bassa pressione con poveri di granulometria inferiore a 0,15 mm, di idonea durezza. I metodi di pulitura ammessi per le superfici scolpite, di pregio estetico o in condizioni di conservazione precarie sono: l’acqua nebulizzata, gli impacchi, le soluzioni o sospensioni acquose solventi e/o complessanti, le puliture con resine scambiatrici di ioni, le micro sabbiature, i microtrapani, gli ultrasuoni e il bisturi, il laser. A tutt’oggi non esiste una normativa specifica sulle prestazioni e le caratteristiche da richiedere a un ciclo antigraffiti. Il mercato offre cicli comprensivi di prodotto di protezione e di detergente, reversibili e permanenti, ossia in grado di resistere a un unico o a più cicli di pulitura, generalmente fino a 5- 6 ma anche a molti di più, senza richiedere integrazioni di protettivo. Nel caso di prodotti reversibili la pulitura può essere effettuata anche con metodi diversi dal detergente di corredo: acqua fredda, calda o vapore. Gli interventi di pulitura interessano solo la zona deturpata dalla scritta, l’unica che richiede l’eventuale integrazione del protettivo. Nell’applicazione della protezione, così come nelle fasi successive di pulitura o protezione ulteriore, è necessario seguire scrupolosamente le indicazioni del produttore, riguardo a modalità, tempi e condizioni di applicazione, pena la scarsa o nulla efficacia del trattamento. Nel caso di superfici di valore storico-monumentale si adottano di preferenza i prodotti reversibili, giudicati, nell’attuale livelle delle conoscenze, più blandi e meno aggressivi. In assenza di normative specifiche, la nostra impresa sulla base della letteratura tecnica esistente, adotta i seguenti requisiti minimi per l’intero ciclo antigraffiti (protezione+detergente): inerzia chimica sul materiale, assenza di sottoprodotti dannosi, stabilità chimica e ai raggi UV, idrorrepellenza del protettivo, permeabilità al vapore acqueo del protettivo, assenza di variazioni estetiche o cromatiche, facilità di impiego, efficacia del tempo.